Le chiese di San Martino e Sant’Anna
La primitiva costruzione, dedicata a San Martino, fu probabilmente edificata antecedentemente al XIII secolo ed alla fondazione dell’insediamento abitato, avvenuto ad opera dei chieresi nel Duecento.
In un atto del 1416 è documentata l’esistenza sia della chiesa, sia dell’annesso cimitero.
Nei secoli XVI e XVII l’edificio sacro subì gravi danni, imputabili agli eventi bellici che interessarono il territorio; ridotta a rudere, dovette essere abbattuta.
Nel Settecento, sul sedime della precedente costruzione, i Della Villa – signori del luogo – fecero edificare l’attuale chiesa di San Martino, prospiciente via Ludovico Assom e di aspetto imponente e severo.
A questa è giustapposto il sacello dedicato a Sant’Anna; l’ingresso, caratterizzato da un elegante pronao, è rivolto verso il parco annesso alla settecentesca residenza nobiliare juvarriana.
La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista
La più antica notizia storica relativa all’esistenza della chiesa di San Giovanni Battista risale al 1416; la prima testimonianza relativa alla sua funzione di parrocchia è invece del 1584.
Negli anni 1709 e 1710 l’edificio sacro fu oggetto di una prima ristrutturazione, durante la quale fu costruita l’attuale facciata: ne dà conferma un mattone del paramento a vista che reca impressa l’anno di edificazione. Mezzo secolo più tardi la chiesa fu ulteriormente ampliata con la costruzione delle due navate laterali; ancora, negli anni immediatamente precedenti l’unificazione italiana, la contessa Clementina Della Villa promosse un ulteriore ed ultimo ampliamento della chiesa.
Negli anni venti del XX secolo si operò un restauro dell’apparato decorativo interno: risalgono a questo periodo i pregevoli ritratti dei quattro Evangelisti (al cui fianco compaiono i rispettivi simboli apocalittici), posti sopra il presbiterio e realizzati dal celebre Luigi Morgari.
La famiglia Della Villa ha detenuto nei secoli il patronato su questo edificio, facendone il proprio mausoleo: ne è testimonianza lo stemma del casato che campeggia nell’abside e sugli arredi lignei della sacrestia.
Appartenuta successivamente alla famiglia Morra di Lavriano, nel dopoguerra la proprietà della chiesa parrocchiale di Villastellone è stata ceduta alla Diocesi di Torino.
La chiesa della Confraternita di Santa Croce
Costruita sul luogo ove già preesisteva un oratorio appartenente alla Confraternita di Santa Croce, non si hanno notizie certe in merito all’anno della costruzione della chiesa: secondo alcune testimonianze risalirebbe al 1661, secondo altre fonti al 1681.
Al suo interno, nella cappella laterale destra, si trova un altare dedicato a San Rocco: da sempre appartenente all’amministrazione civica, esso fu realizzato quale atto di devozione ed affidamento al Santo affinché proteggesse l’abitato di Villastellone dal pericolo della peste.
La cappella laterale sinistra, dedicata a Santa Lucia e a San Sebastiano, risale invece al 1731.
Imponente e di belle forme è la facciata dell’edificio sacro, sulla quale sono ritratti i Santi patroni della chiesa e, al centro, l’esaltazione della Santa Croce; di forme più semplici è invece il grazioso campanile della chiesa, a pianta triangolare, posto a nord.
Negli anni settanta del Settecento, la Confraternita accordò l’uso della chiesa al Regio Albergo di Santa Croce per la preghiera e l’educazione religiosa dei giovani operai della filatura, connettendo in un unico complesso l’edificio sacro e quello civile.
Nella chiesa permangono solo alcune testimonianze artistiche del florido prestigio economico e sociale della Confraternita di Santa Croce, della quale l’edificio era manifestazione e per la quale svolgeva anche la funzione di rappresentanza.
Nel 2003 l’edificio è stato chiuso al culto e destinato ad altre funzioni, di carattere civile; il partenariato tra Comune di Villastellone e Compagnia di San Paolo di Torino ha permesso di recuperare il pregevole organo della chiesa, segnalato dagli Enti di tutela per il suo valore storico ed artistico sin dalla seconda metà del secolo scorso.
La chiesa di Sant’Antonio da Padova
La chiesa di Sant’Antonio è un edificio di ridotte dimensioni, ma di forme pregevoli. Essa fu edificata nel 1718 con la funzione di cappella privata per le cerimonie religiose della famiglia nobiliare dei Cerruti di Castiglione Falletto, proprietaria del palazzo signorile che dall’Ottocento è sede del municipio di Villastellone. Nella seconda metà del Novecento la piccola chiesa è stata sconsacrata e destinata ad usi civili.
La chiesa della Madonna Addolorata
Costruita ove già esisteva una cappella campestre ridotta in rovina, fu benedetta nel 1724 dall’abate Michele Vittorio Della Villa.
La chiesa, a pianta cruciforme, è decorata al suo interno con la tecnica del “trompe l’oeil” ed è ingentilita da un pregevole apparato decorativo in stucco, rappresentante una gloria di angeli, che adorna la nicchia in cui è custodita la statua della Vergine Addolorata.
L’icona, in legno scolpito, è un’importante opera di fattura di area fiamminga risalente al Quattrocento: i villastellonesi sono particolarmente devoti a questa immagine sacra e le riconoscono la grazia della miracolosa protezione (come recita la lapide posta sulla facciata principale dell’edificio) nei tragici anni della Seconda guerra mondiale. Ogni anno, nel mese di settembre, la solenne fiaccolata per le vie del paese adempie il voto di affidamento e protezione di Villastellone a Maria, formulato nel 1944 dall’allora parroco don Eugenio Bruno.
La statua della Madonna Addolorata.
Comunemente nota come statua della Madonna Addolorata, quest’icona di particolare pregio storico ed artistico raffigura la Pietà, ovvero l’immagine della Vergine nell’atto di compiangere il corpo esanime del Figlio, che le giace in grembo. Il fisico martoriato del Cristo presenta i segni della Passione, lo sguardo della Vergine è assorto: la composizione esprime un dolore intimo e composto.
L’immagine sacra, in legno di rovere scolpito e dipinto, è riconducibile all’incirca al 1420; essa è opera di un valente ed ignoto artista di area fiamminga o dei Paesi Bassi meridionali. La statua lignea fu verosimilmente acquistata nei mercati d’arte del nord Europa dalla facoltosa famiglia Della Villa, commercialmente attiva nelle Fiandre, alla quale appartenevano anche i signori del luogo (Gentile, 2006).
La chiesa della Beata Vergine dei dolori e dei Santi Barnaba ed Eugenio di Borgo Cornalese
Eretta nel 1838 per volontà del duca Eugenio Laval De Montmorency, la chiesa è un eccellente esempio di architettura neoclassica.
Edificato su progetto dell’architetto Benedetto Brunati, di forme imponenti ma proporzionate l’edificio è caratterizzato da un’elegante facciata che si distingue dai più sobri prospetti laterali.
L’interno, luminoso ed arioso, è caratterizzato dai pregevoli stucchi delle pareti e delle volte dell’edificio, opera dei fratelli Cattaneo; altrettanto pregevoli sono i tre altari della chiesa, in marmi policromi, opera del marmista Marsaglia.
La chiesa dedicata ai Santi Maurizio e Grato di Tetti Mauriti
La piccola chiesa dei Tetti Mauriti è dedicata alla Vergine Maria ed ai SS. Maurizio e Grato. Benedetta nel 1724, l’edificio fu edificato per consentire ai residenti del nucleo rurale di partecipare alle celebrazioni liturgiche in un luogo di culto prossimo alle loro case.
In questo modo si sollevarono i borghigiani dall’incomodo di raggiungere le chiese del paese per presenziare le funzioni religiose, in particolare quando le condizioni meteorologiche erano avverse ovvero quando le strade erano impraticabili per lo straripamento dello Stellone e del Po.
La chiesa di San Barnaba di Fortepasso
Il piccolo edificio sacro è compreso all’interno del complesso di cascine costituenti la località di Fortepasso, ma risalta dagli uniformi fronti dei fabbricati rurali per la facciata intonacata ed il possente timpano.
Sul suo prospetto principale, semplice ed elegante, si apre un ampio finestrone ellittico.
La chiesa, dedicata a San Barnaba, risale a fine Settecento e potrebbe essere stata realizzata in tempi più recenti rispetto alle costruzioni agricole.
Testi tratti da Luca Toschino, Edifici storici a Villastellone, in Villastellone nell’ottavo secolo dalla sua fondazione, Comune di Villastellone, Villastellone, 2003, pp. 58-60 (revisione ed integrazione dell’autore).